Notizie sulla Cappella
La cappella si trova nel fondovalle del torrente Rea, poco a
monte del Santuario di San Quirico; infatti, dalla documentazione storica risulta che i
fedeli dell’antica parrocchia di San Quirico (rimasta tale fino al 1.590) si
recassero in processione in tale cappella durante le rogazioni; da questo si
deduce che la cappella doveva essere intitolata a qualche santo, ma non esiste
alcuna documentazione in proposito.
Si
sa soltanto che nel tardo cinquecento era intitolata
alla Santa Sindone e che il documento più antico in cui risulta intitolata a “S. Maria ad nives” è del 1.596 si trova nell’archivio di Saluzzo (all’epoca Dogliani apparteneva alla diocesi saluzzese).
Dai
resoconti della visita pastorale a Dogliani del Beato Vescovo Ancina, avvenuta del 1.603 e di cui risulta ampia documentazione nell’archivio parrocchiale, si trova, tra le altre
cappelle, anche “Santa Maria della Neve”.
Sulla
pietra santa della cappella (collocata presso l’altare), risulta però la data del 1.606.
Analizzando
congiuntamente i vari documenti, l’unica spiegazione è che le origini della
cappella siano molto antiche, che nel cinquecento sia stata intitolata alla Santa Sindone e, tra la fine del cinquecento e l’inizio
del seicento, sia stata restaurata e ampliata, e da Cappella della Sindone sia diventata
cappella della Madonna della Neve
In
altri documenti più recenti (relazione Fenoglio del
1852), risulta che la cappella (sempre Madonna della
Neve) era anche il punto di riferimento per i frazionisti di Pianezzo Sottano (come lo è tuttora).
Le
opere d’arte più pregevoli sono un ciclo di affreschi del tardo cinquecento e
una grande pala d’altare del settecento.
Attualmente,
rimane l’affresco di San Maurizio o San Bovo (sulla parete di sinistra) e l’affresco
di San Grato (sulla parete di destra); l’affresco dell’abside (Madonna con
Bambino) è stato purtroppo ricoperto durante un restauro avvenuto nel 1.950 ad
opera della Signora Ferrero Piera Cillario;
in occasione di tale restauro la signora Piera Cillario volle porre nell’atrio una statua bronzea di San Pietro (a ricordo del marito
Pietro Ferrero, fondatore della Ferrero Dolciaria di Alba).
La
pala d’altare raffigura la Madonna della neve con angeli, San Rocco e San
Sebastiano.
Purtroppo,
la chiesa è stata ripetutamente visitata dai ladri: nel 1.976, (violazione e
rottura dell’altare), nel gennaio 1.980 (furto della citata statua di San
Pietro, successivamente ritrovata sul fondo del fiume
Tanaro, sotto il ponte di Lequio) e nel febbraio
dello stesso anno (asportazione della preziosa cornice della grande pala d’altare
settecentesca).